top of page
desert-4944794_1920.jpg

La Libia

                            Caratteristiche generali

La Libia è uno stato nordafricano che fa parte del Maghreb. Confina a nord con il Mar Libico (Mar Mediterraneo), a nord-ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a sud-ovest con il Niger, a sud-est con il Sudan e a est con l'Egitto.

​

Superficie: 1 759 540 km2

​

Popolazione: stimata a 8 milioni di abitanti

​

3 regioni principali:

​

  • La Tripolitania, dove si trovano Tripoli, la capitale (circa 2 milioni di abitanti) e Misrata, la terza città libica per grandezza.

  • Il Fezzan, una zona molto ambita dalla Francia all'epoca dell'impero coloniale, di transito verso il Sahel (Ciad e Niger) e l'Algeria, in cui sono presenti alcune oasi e la cui città principale è Sebha (200.000 abitanti)

  • La Cirenaica, che occupa tutta la parte orientale del Paese, le cui città principali sono Bengasi (circa 1 milione di abitanti) e Tobruch, città che sono state anche le culle delle rivolte che hanno scosso il Paese nel 2011. Tobruch inoltre è l'unico porto naturale in acque profonde della Libia. Questa regione comprende tutto il sud-est, dove si estende il deserto libico, e dunque rappresenta anche una zona di transito verso il Sudan. 

 

La Libia è uno stato tradizionalmente tribale, ovvero organizzato intorno a una pluralità di gruppi etnici, culturali e identitari, e la cui organizzazione sociale, politica ed economica si basa su famiglie numerose, chiamate “tribù”.
 

Economia

L’economia della Libia si basa principalmente sullo sfruttamento e l'esportazione di petrolio, le cui risorse rappresentano ben tre quarti del PIL.

​

Nel 1956, il paese scopre il suo primo giacimento petrolifero e diventa rapidamente il primo produttore di petrolio dell'Africa: non appena Muammar Gheddafi sale al potere, egli persegue da subito una politica proattiva in questo settore, e i ricavi legati all'oro nero aumentano di otto volte tra il 1969 e il 1974.

​

 L'importanza delle entrate derivanti dal petrolio, insieme al vantaggio di avere una popolazione non troppo numerosa, ha quindi permesso alla Libia di avere il più alto PIL pro capite del continente africano negli anni 2000. Nel corso di questo decennio, il Paese ha registrato alti tassi di crescita, raggiungendo il 10% nel 2010. Lo stato si configura come il quarto produttore di petrolio al mondo, con 1,5 milioni di barili al giorno nel 2015, pari a circa il 3% delle risorse mondiali. Le sue riserve finanziarie, sempre nello stesso anno, sono state stimate a 149 miliardi di euro. Oltre al petrolio, ma in misura minore, la Libia è il quarto Paese africano con il più alto potenziale di gas, dopo Nigeria, Algeria ed Egitto, senza contare le sue riserve di gas di scisto, ancora sottoutilizzate.

​

L'economia del Paese, dunque, non è molto diversificata: le entrate petrolifere rappresentano il 70% del PIL, il 95% delle entrate statali e il 98% delle esportazioni nel 2013. Essa rimane, per altro, fortemente dipendente dai prezzi mondiali del petrolio e dal valore delle valute estere (principalmente il dollaro e l'euro) per il suo reddito, ma soprattutto dal prezzo dei generi alimentari e dei beni che il paese importa al fine di coprire il suo fabbisogno e soddisfare la vita della popolazione. 

UN PAESE DEVASTATO DALLA GUERRA  

Tra il 2011 e oggi la situazione sul territorio è diventata molto più complessa, contando sempre più numerosi attori che hanno alimentato e plasmato l'attuale conflitto.

​

La morte del dittatore Gheddafi è stato un fattore estremamente destabilizzante per il paese, che ha portato molteplici difficoltà, tra le quali il deterioramento delle condizioni sanitarie e umanitarie, la partenza delle élite e, soprattutto, con esse, il crollo delle istituzioni. La Libia si trova oggi in una situazione più che critica. L’enorme vuoto istituzionale, strettamente legato alla storia del paese, ne condiziona la significativa incertezza politica.

​

Dopo le rivolte popolari del 2011 e l'intervento della NATO, il paese non si è mai ripreso, non essendo stato in grado di costruire un "dopo". La Francia, inoltre, che ha dato un importante contributo nelle operazioni aeree del 2011, ha fallito nella sua strategia postbellica.

La mancanza di una previa tradizione democratica, insieme ai conflitti geopolitici tra i vari stati, hanno reso il paese incapace di costruire uno stato di diritto.

I combattimenti armati tra i vari soggetti interessati sono ancora in corso e continuano ad impedirlo.

bottom of page